Brano: [...]piccolo comune di San Giovanni di Bieda (oggi Villa San Giovanni in Tuscia) e fucilarono nella piazza 14 contadini.
Si impose ai patrioti lo studio di nuove forme di lotta. Il 2.11.1943 si riunì a Roma la giunta militare del Comitato centrale di liberazione nazionale: nello studio del professor Gaetano Russo, in via Torino, si incontrarono Giorgio Amendola, Riccardo Bauer, Carlo Andreoni, Lorenzo D’Agostini, Alfio Marchini, Pompilio Molinari, Severino Spaccatrosi, il colonnello Vincenzo Toschi (comandante la « Banda dei Sette Comuni ») e i responsabili politici e militari di alcune altre formazioni della provincia. I convenuti decisero che, al posto di grandi formazioni partigiane, bisognava costituire piccoli gruppi in grado di agire di sorpresa e di sottrarsi più facilmente alle ricerche del nemico. Anche se il nuovo metodo di organizzazione non potè evitare ulteriori duri colpi, si rivelò assai migliore del precedente, più rispondente alla situazione di fatto e le perdite, seppur dolorose, furono certo contenute.
La lotta nei Castelli
II movi[...]
[...]cerche del nemico. Anche se il nuovo metodo di organizzazione non potè evitare ulteriori duri colpi, si rivelò assai migliore del precedente, più rispondente alla situazione di fatto e le perdite, seppur dolorose, furono certo contenute.
La lotta nei Castelli
II movimento raggiunse il maggiore sviluppo nella zona dei Castelli Romani, dove l’organizzazione politica e militare del P.C.I. era diretta da Salvatore Capogrossi, Alfio Mandrella e Severino Spaccatrosi. Ripartite in squadre, le formazioni furono poste alle dipendenze di un
Comando unico che con designazione unanime venne affidato a Giuseppe Levi Cavaglione [Pino), un avvocato genovese, attivo militante del Partito d’Azione. Nella Giunta militare di zona (vi facevano capo squadre di Albano, Ariccia, Frascati, Genzano, Lanuvio, Marino e Velletri) entrarono Severino Spaccatrosi e Salvatore Capogrossi per
il P.C.I., Lorenzo D’Agostini per il Partito d’Azione. Le azioni di guerra si susseguirono con tale frequenza, che a un certo momento i tedeschi le attribuirono a commandos angloamericani aviotrasportati. Tra le più importanti, si ricorda l’attacco simultaneo alle linee ferroviarie RomaNapoli (via Formia) e RomaCassino, entrambe utilizzate dal nemico per rifornire il fronte.
L'attacco ai treni
L’azione combinata fu studiata e preparata minutamente: si trattava di minare un tratto di binario scegliendo un punto impervio e boscoso che consentisse l’occultamen[...]